19 Febbraio 2016:
La risposta del il Ministro del Lavoro Poletti in merito alla querelle sui fondi interprofessionali non ha tardato ad arrivare.
Con la Circolare n° 10 del 18/02/2016 il Ministero ha finalmento diradato le nubi che nelle ultime settimane si erano addensate sui fondi interprofessionali e sul futuro della formazione finanziata in Italia.
Abbiamo fin dai primi giorni seguito la questione, che nasce con una nota emanata da Raffaele Contone , Presidente ANAC, con la quale sottoponeva al Ministro Poletti il proprio punto di vista rispetto ai fondi interprofessionali.
Cantone dice che, per la loro natura e per la tipologia di finanziamenti che erogano, i fondi interprofessionali debbano essere assimilabili a soggetti di diritto pubblico ed, in quanto tali, tenuti ad applicare il Codice dei Contratti Pubblici sia in entrata (acquisizione di beni o servizi necessari per il loro funzionamento) che in uscita (affidamento alle imprese di contributi finalizzati alla formazione dei lavoratori).
Più semplicemente: le aziende che avessero voluto sfruttare le risorse del proprio conto formazione (o di rete, di sistema) avrebbero dovuto applicare le rigide e complesse procedure del codice appalti.
Nel merito della Circolare il Ministero afferma 2 cose:
1) Accoglie la tesi di Cantone per quanto riguarda l'acquisizione da parte dei fondi di beni e servizi da un soggetto terzo. In questo caso si applica il Codice degli Contratti Pubblici. E' il caso delle gare indette dai fondi interprofessionali per affidamento a soggetti esterni di attività varie, tra cui la valutazione dei piani formativi, realizzazione delle visite ispettive, pulizia dei locali, ecc.
Tali attività, tra l'altro, già erano sottoposte al codice ed al controllo di ANAC.
2) Accoglie la tesi dei fondi e delle parti sociali relativamente alla natura dei finanziamenti erogati alle imprese. Il Ministro dichiara che le imprese non devono sottostare al codice appalti, parallelamente però chiede ai fondi di emanare linee guida chiare e modalità di valutazione orientate alla totale trasparenza.
La Circolare del Ministero rappresenta quindi un passo in avanti e contribuisce a rendere la situazione più rosea per le imprese, molte delle quali stanno subendo in prima persona gli effetti della querelle con il blocco dell'approvazione dei piani formativi.
Adesso si attende che i fondi interprofessionali accolgano tali raccomandazioni e diramino nuove linee guida per le risorse destinate alle aziende.
La risposta del il Ministro del Lavoro Poletti in merito alla querelle sui fondi interprofessionali non ha tardato ad arrivare.
Con la Circolare n° 10 del 18/02/2016 il Ministero ha finalmento diradato le nubi che nelle ultime settimane si erano addensate sui fondi interprofessionali e sul futuro della formazione finanziata in Italia.
Abbiamo fin dai primi giorni seguito la questione, che nasce con una nota emanata da Raffaele Contone , Presidente ANAC, con la quale sottoponeva al Ministro Poletti il proprio punto di vista rispetto ai fondi interprofessionali.
Cantone dice che, per la loro natura e per la tipologia di finanziamenti che erogano, i fondi interprofessionali debbano essere assimilabili a soggetti di diritto pubblico ed, in quanto tali, tenuti ad applicare il Codice dei Contratti Pubblici sia in entrata (acquisizione di beni o servizi necessari per il loro funzionamento) che in uscita (affidamento alle imprese di contributi finalizzati alla formazione dei lavoratori).
Più semplicemente: le aziende che avessero voluto sfruttare le risorse del proprio conto formazione (o di rete, di sistema) avrebbero dovuto applicare le rigide e complesse procedure del codice appalti.
Nel merito della Circolare il Ministero afferma 2 cose:
1) Accoglie la tesi di Cantone per quanto riguarda l'acquisizione da parte dei fondi di beni e servizi da un soggetto terzo. In questo caso si applica il Codice degli Contratti Pubblici. E' il caso delle gare indette dai fondi interprofessionali per affidamento a soggetti esterni di attività varie, tra cui la valutazione dei piani formativi, realizzazione delle visite ispettive, pulizia dei locali, ecc.
Tali attività, tra l'altro, già erano sottoposte al codice ed al controllo di ANAC.
2) Accoglie la tesi dei fondi e delle parti sociali relativamente alla natura dei finanziamenti erogati alle imprese. Il Ministro dichiara che le imprese non devono sottostare al codice appalti, parallelamente però chiede ai fondi di emanare linee guida chiare e modalità di valutazione orientate alla totale trasparenza.
La Circolare del Ministero rappresenta quindi un passo in avanti e contribuisce a rendere la situazione più rosea per le imprese, molte delle quali stanno subendo in prima persona gli effetti della querelle con il blocco dell'approvazione dei piani formativi.
Adesso si attende che i fondi interprofessionali accolgano tali raccomandazioni e diramino nuove linee guida per le risorse destinate alle aziende.